è una cascata artificiale che risale all'età romana, gli scopi che hanno le tecniche di controllo delle acque sono tre e di fondamentale importanza: innanzi tutto rendere coltivabili e abitabili nuove terre per liberarle dalle acque stagnanti, irrigare i campi e dissetare la popolazione delle città.
La creazione della Cascata delle Marmore avvenne per opera del console romano Curio Dentato nel 271 A.C. con il fine di bonificare la piana di Rieti e liberare quindi la valle Reatina dall'impaludamento, che èra causato dal fiume Velino;
fece quindi scavare nella roccia un canale, ( cavo Curiano ), facendo cosî precipitare nel sottostante fiume Nera il Fiume Velino.
Per liberare la valle Reatina dall'impaludamento causato dalle acque del fiume Velino, il console Curio Dentato fa scavare nella roccia un canale, denominato cavo Curiano, facendo precipitare nel sottostante fiume Nera le acque del Velino, bonificando cosî la valle Reatina, anche se nella piana Reatina rimangono alcuni laghi in quanto il cavo Curiano non riesce a contenere completamente le piene del Velino e nel breve periodo la Cascata risolve il problema dell'impaludamento ma ne crea altri nei territori a valle.
I Ternani nel 1385 bloccano il progetto dei Reatini, di fare un canale alternativo a quello Curiano, i Ternani temono l'inondazione delle proprie terre a causa dell'eccessiva immissione di acque del Velino nel Nera, progetto che viene quindi interrotto dai Ternani, progetto che però viene ripreso e completato dai Reatini nel 1422, realizzato dall'architetto Fioravanti su commissione di Braccio Fortebraccio di Montone, dopo che i Reatini nel 1417 espugnano Rocca San Zenone, costruita dai Ternani per impedire appunto la modifica del cavo Curiano, il cavo parallelo costruito dai Reatini prende il nome di cavo Reatino.
Dopo vari tentativi, papa Clemente VIII incarica l'architetto Giovanni Fontana di porre rimedio al problema dell'impaludamento della piana Reatina, riproponendo la soluzione attuata dai Romani nel III sec. a.C. e nel 1601 inaugura il cavo Clementino, in pratica, fa allargare e abbassare il fondo dell'antico cavo Curiano, incrementando la pendenza per aumentare la velocità delle acque; inoltre fa costruire un "ponte regolatore" per regolare appunto il passaggio di acqua e impedire cosî piene rovinose nella sottostante valle del Nera.
Il nuovo canale riesce finalmente a bonificare il Reatino, provocando la divisione del lago Velino in più bacini autonomi (laghi di Ventina, di Canale, di Cor della Stella e di Piediluco) e rendendo indipendente il percorso del fiume Velino. Il "ponte regolatore", però, si rivela non del tutto efficace, la massa d'acqua che precipita dalla Cascata ostacola il deflusso del Nera e, nei periodi di intensa piovosità, provoca l'inondazione delle campagne per diversi chilometri a monte della Cascata.
Solo 1787 il progetto dell'architetto Andrea Vinci dà alla Cascata il suo aspetto attuale, progetto approvato da papa Pio VI di realizzare un taglio diagonale sul secondo balzo.
Nel 1861 inizia il futuro industriale di Terni, da questo momento in poi la Cascata non è più strumento di bonifica del territorio o regolamentazione del sistema idrico, ma si cominciano a valutare le possibilità energetiche.
Tra il 1881 e il 1884 viene costruita a Terni la Fabbrica d'Armi ed è per favorire il suo insediamento che tra il 1873 e il 1879 il Comune si fa promotore della costruzione del canale Nerino.
Nel 1886 la Società degli Alti Forni Fonderie e Acciaierie di Terni, la prima acciaieria d'Italia, entra in funzione: tutti i suoi meccanismi sono alimentati dalla forza motrice assicurata da 2 metri cubi d'acqua derivati dalla sponda destra del cavo Curiano